Intervento del dott.Luigi Trigona – Fiera di Sant’Alessandro

INTERVENTO DEL DOTT.  LUIGI TRIGONA

Segretario Generale Ente Fiera Promoberg

 Se ogni giorno beviamo un bicchiere di vino o spezziamo il pane lo dobbiamo ai milioni di contadini che da sempre hanno adottato la terra e che ci insegnano il metodo della vita. Che poi è la pazienza del tempo. Ma anche lo stupore di un semplice grazie. Credo che nessuna frase meglio di questa possa riassumere il senso della nostra manifestazione ed accordarsi così anche al tema della gratitudine, adottato quest’anno per la celebrazione della festa del santo patrono di Bergamo, cui la Fiera di Sant’Alessandro afferisce direttamente.

Agricoltura e filosofia, agricoltura ed etica. Ci sono motivi di riflessione che i temi agricoli contribuiscono a mettere in luce. Nel 1679, cioè tre secoli e mezzo fa Giacomo Agostinetti nei “Cento e dieci ricordi che formano il buon fattor di villa” scriveva: “Quando considero che non c’è al mondo un’attività più antica dell’agricoltura e nello stesso tempo indispensabile perché ci fornisce da mangiare e da vestire, mi stupisco che oggigiorno gli uomini l’apprezzino tanto poco. Eppure questo è un lavoro che permette di stare lontani dalle ambizioni e dalla cupidigia e di evitare le tentazioni, perché non c’è diletto maggiore di quello di occuparsi attentamente alla cura quotidiana dei propri giardini, degli orti, dei broli e dei campi”.

Al di là di queste riflessioni, non di meno interessanti, le fiere sono sempre occasione di incontro, di scambio, di confronto. Ma sono anche il termometro della situazione economica e produttiva di un territorio. La millenaria Fiera di Sant’Alessandro non sfugge a questa regola. Da sempre è momento di riferimento e di misura per l’imprenditoria agricola. Ho ben presente il contesto in cui operiamo e in cui si svolge la Fiera, ma ho ben chiari anche gli aspetti positivi che pure caratterizzano il comparto agricolo, l’unico in cui, pur durante la crisi, è cresciuta l’occupazione ed è aumentato l’export. La crisi ci ha indubbiamente cambiato. Stiamo imparando a vivere sprecando meno energia, utilizzando sistemi produttivi più puliti e sostenibili, consumando meno territorio, riutilizzando di più e meglio ciò che ora buttiamo.

E’ su questi dati, che peraltro si pongono in linea con il Magistero di Papa Francesco, sulla cultura dello spreco, dello scarto, sull’ingiustizia sociale, che dobbiamo concentrare la nostra attenzione. La Fiera stessa  diventa quindi occasione per riflettere su questi temi, per esporre le innovazioni delle nostre imprese, innovazioni di processo e di prodotto, sul risparmio energetico, sulla sicurezza, un tema che ci è molto caro e che, come di consueto, troverà spazio negli approfondimenti convegnistici.

Non di meno consente di valutare l’uso sostenibile e intelligente delle risorse umane e agricole di cui disponiamo, contrassegnate da un cambio di passo e di approccio rispetto al tema dello sviluppo che dovrà avere, forzatamente ma pure consapevolmente, caratteri molto diversi rispetto ad un passato che è superato. Gli agricoltori devono sentirsi garanti della qualità dell’ambiente ed Expo Milano 2015 ha costituito una grande occasione per esaltare il ruolo dei piccoli agricoltori. Gli italiani sono interessati a questo loro nuovo ruolo perché, a differenza di altri campi, siamo cultori orgogliosi delle nostre più autentiche tradizioni. L’agricoltura è fondamentale, gli agricoltori sono fondamentali ma non hanno ancora la dignità economica che meritano, l’attenzione va al prodotto ma raramente alla persona. Bisogna ritrovare il senso di comunità e il legame tra il coltivatore e il consumatore.

La Fiera di Sant’Alessandro è un grande esempio di come la piccola e media impresa italiana possono dimostrare al mondo quanto l’inventiva, la professionalità e la qualità non siano appannaggio dei grandi gruppi, ma possano scaturire dal lavoro e dal sacrificio anche di poche persone, che spesso rischiano da soli tutto quello che hanno, ma amano il loro lavoro, la loro peculiare identità, sanno stare al passo con i tempi, anzi, li precorrono, rischiando spesso ben più di quanto possano poi effettivamente sperare di ricavare. E questo perché amano il loro lavoro, amano la propria azienda e i propri dipendenti, perché sanno di essere in fondo depositari di una missione che va al di là del mero business commerciale e del facile guadagno, tanto inseguiti in altri mondi professionali. Le difficoltà sono tante, ma i numeri che possiamo leggere ci dicono che l’imprenditorialità di questo settore che è qui rappresentato non si dà per vinta, ma accetta la sfida e lancia il contrattacco.

Ne è testimonianza l’eccellenza della filiera agroalimentare, che troverete nel padiglione A, e anche quella del comparto zootecnico che oltre ai consueti concorsi che decreteranno la regina della fiera e quella della miglior razza frisona, annovera, in ambito equino – comparto che stiamo sviluppando da alcune edizioni -, la terza edizione del Concorso Purosangue Arabi Show, con magnifici  esemplari che si sfideranno in uno show internazionale. La nostra Fiera si conferma, con questa ennesima nuova proposta, un importante evento promotore di tutto quanto ruota attorno al pianeta dell’agricoltura, consentendo anche ai non addetti ai lavori di avvicinarsi (spesso per la prima volta) a settori di grande interesse e fascino. A questo proposito, aggiungo con piacere, la gratuità d’ingresso della giornata inaugurale: un modo tangibile e concreto che testimonia attenzione al pubblico e particolare sensibilità verso i nuclei famigliari, nel segno di una festa patronale sentita e partecipata dalla Comunità Bergamasca tutta.

Bergamo, 1 settembre 2015

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