Luigi Trigona, intervento su IFA 2016
Intervento del Dottor LUIGI TRIGONA
Segretario Generale Ente Fiera Promoberg
L’arte come bellezza. Come scrigno. Come investimento. Ma anche come chiave di volta, capace di rileggere la realtà e di mutarne il senso, arricchendola. L’arte, intesa come propulsore sociale ed economico del territorio e come strumento di valorizzazione della creatività individuale. Un mezzo efficace per analizzare, interpretare, comprendere e modificare la realtà circostante in considerazione della sua capacità di attivare, con la propria ricerca, energie nuove. In questo caleidoscopio di espressioni e di valutazioni si inserisce Ifa. Italian Fine Art, scrigno fieristico dell’arte antiquaria. Non è un caso che fin dall’inizio della sua attività fieristica, Promoberg abbia creduto nell’arte – con manifestazioni qualificate, sia nell’arte antica che moderna – e nella sua dimensione espositiva. E’ successo anni fa, verrebbe da dire in tempi non sospetti, quando una certa consapevolezza culturale legata al territorio bergamasco era, seppur presente in nuce, non ancora appieno valorizzata.
L’appuntamento con l’antiquariato, con il quale si apre tradizionalmente l’anno fieristico, è sempre stato molto atteso. E’ cresciuto nel corso degli anni, registrando ad ogni edizione un successo crescente di pubblico e critica. Un riscontro positivo che ha consentito di annoverare Bergamo ai vertici del panorama espositivo italiano di settore. L’attenzione rivolta alla rassegna dagli “addetti ai lavori” è aumentata di anno in anno, con un’eco attrattiva in grado di far pervenire il panel dei partecipanti ad un folto numero di nuove adesioni, con apprezzate riconferme. Un trend che oggi felicemente approda ad una nuova gemmazione, una riproposizione ampliata, rinnovata ed arricchita in chiave internazionale, che si chiama Ifa. Non è mai superfluo ripetere che il nostro Paese, e la nostra Regione, vantano un patrimonio artistico e culturale che non ha eguali nel mondo. Forse non ci rendiamo conto perché siamo abituati ad essere circondati da tanta bellezza. Bergamo ne è l’assoluta testimonianza. E ce lo hanno ricordato in tempi recentissimi un’Accademia Carrara rinnovata, mostre e monografiche di assoluto livello da Palma il Vecchio a Malevic al ritorno del Sarto del Moroni. E a quelle che arriveranno. Spesso si fa poco sistema e si trascurano gli effetti di grande impatto che provoca l’economia reale sulla cultura. E la cultura sull’economia reale, ma arte e cultura possono creare positive ricadute e sviluppo sul tessuto sociale e territoriale, solo attraverso la consapevolezza e una certa sistematicità di proposizione.
Una fiera, così come una mostra, o un museo sono elementi assimilabili ad una identica leva territoriale, elemento alla base di un distretto culturale integrato ed articolato. In questa direzione, nel rafforzamento delle centralità e nella costruzione di una reputazione, le politiche di un distretto culturale possono rivelarsi come una risorsa strategica capace di sostenere un marketing territoriale efficace. E su questa direttrice, appunto, si sta muovendo Bergamo, grazie all’apporto sinergico di diversi attori territoriali, puntando a diventare un vero distretto culturale d’Italia. I luoghi “tradizionali” della cultura, i monumenti, ma anche i musei e le biblioteche, vanno ri-abitati, cioè sollevati dal mero ruolo di testimonianze del passato, per essere lanciati verso una nuova socialità. Cosa significa conservare l’identità di un luogo, di un bene? Significa immobilizzarlo nella sua essenza originaria oppure permettere che questo venga contaminato con altro e che altro contamini? Una fiera come Ifa è soprattutto questo. Una contaminazione, quasi una sofisticata e qualificata “provocazione” che consente all’arte antica ed antiquaria, nelle sue mille sfaccettature, di riproporsi, di riattivarsi, in un contesto espositivo che si rafforza con l’elemento economico di cui ogni Salone è portatore.
Una fiera è un luogo dove si dialoga in condivisione, con il passato, il presente e il futuro. Un luogo dove si sperimenta e si costruisce. Con Ifa la Fiera diventa un luogo diversamente museale, vivo e sorprendente. L’Arte italiana è universalmente molto amata; chi l’ama, la colleziona e vuole fare buoni affari, non può non approdare qui ad Ifa, davanti ad una vetrina d’eccellenza dove gli antiquari più qualificati espongono i loro pezzi migliori, per presentarli ai connoisseurs di tutto il mondo.
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